Il Ballo all’Opera di Julian Tuwin. Lettura in Musica di Out of Tune del testo del grande autore polacco, pubblicato in Italia per la prima volta nel 2007 dall’editore Livello 4 col patrocinio dell’Istituto Polacco di Roma. Prima assoluta italiana di Out of Tune e Anna Bonaiuto il 13 dicembre 2008 nel teatro del Palazzo Colonna di Genazzano per il CIAC-Centro Internazionale di Arte Contemporanea.
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Lo spettacolo accoglie le suggestioni visionarie, il simbolismo e la prorompente musicalità futurista del poema di Julian Tuwim. Una messa in scena declinata sui motivi della ballata, sui cambi di ritmo e registro, dal grottesco, al lirico, al drammatico. Il Ballo all'Opera è una partitura di emozioni primarie; un graffiante pamphlet futurista di satira politica. La musica lo attraversa e lo impregna: la metrica ritmico-percussiva dei versi, la scelta dei suoni delle parole, le ripetizioni e le imitazioni si rincorrono proprio come accade in una partitura musicale. La voce narrante affiancata e incalzata dal suono della piccola orchestra di fiati degli Out of Tune trasforma la lettura del testo di Tuwim (che viene proposto in versione quasi integrale) in un melò, l’atto unico di una vera e propria operetta musicale, della durata di circa un’ora. I capitoli del testo diventano i movimenti di questa partitura musicale: il gran ballo dell’arcicrate, le scimmie per il firmamento, il denaro verminoso, nasce il giorno, sono brani musicali e insieme i titoli da noi dati ad altrettanti quadri narrativi. La musica de Il Ballo all’Opera è tutta originale, frutto della sintesi tra la densa musicalità del poema lirico di Tuwim e il vissuto musicale dei musicisti-autori di Out of Tune. Ne Il Ballo all’Opera non c’è azione scenica: come nel teatro di narrazione o nelle opere in forma di concerto si vuole lasciare allo spettatore il ruolo attivo dell’immaginazione.
Julian Tuwim (Lódz 1894 – Zakopane 1953), uno dei principali protagonisti della vita culturale tra le due guerre, seguì la corrente progressista dell’intellighenzia polacca. Ebreo, considerava la sua origine una questione privata, finché gli eventi della storia lo costrinsero a una riflessione complessiva sulla propria identità. Emigrato durante la seconda guerra mondiale, fece rientro in patria nel 1946 abbracciando la causa sovietica.
Il Ballo all’Opera, scritto nel 1936, comparve parzialmente sulla stampa socialista prima della guerra. Fu pubblicato integralmente in forma di libro solo nel 1982. La censura aveva parlato di pornografia e blasfemia.